CRONOSCALATA MALEGNO-BORNO
UNA SFIDA PER LA VETTA. SENZA RESPIRO
Il Trofeo Vallecamonica Malegno-Ossimo-Borno ha scritto e continua a scrivere pagine di sport e passione in una delle discipline piĂš adrenaliniche del motorsport: la cronoscalata.
Poco meno di quattro minuti. Quasi 9 chilometri. Tornanti e allunghi. Applausi, fuochi accesi, campeggi improvvisati e lâimmancabile rumore dei motori. Il Trofeo Vallecamonica potrebbe riassumersi cosĂŹ, con due righe. Una gara che nel corso degli anni si è ricavata un posto dâonore nel cuore degli appassionati. Una delle cronoscalate piĂš popolari e complete dâItalia sulle cui rampe hanno gareggiato grandissimi nomi ed autentiche leggende.
Seppure in sostanziali tre versioni del percorso, la Malegno-Borno, come viene definita dalla gran parte dei fan, ha sempre mantenuto il suo spirito, il suo DNA, una cronoscalata velocissima a tratti e guidata e tecnica in altri. Qui non basta la velocitĂ e la vettura piĂš performante per vincere, occorre testa, conoscenza del percorso, metodo. Qui vince il migliore. Sempre.
Câè chi ha sognato di poterla vincere e non ci è mai riuscito, câè chi lâha vinta dieci volte, câè chi invece rinuncia a tante altre occasioni per permettersi di disputarla, di poter dire âcâero anche ioâ.
E lâemozione vera, in ogni caso, è quella che si vive lassĂš, a Borno, sotto a quel traguardo che profuma di soddisfazione, quellâobiettivo che va raggiunto nel minor tempo possibile. Qualcuno dice che potrebbe salire ad occhi chiuso lungo quegli 8.800 metri, perchĂŠ per vincere le cronoscalate occorre saperle a memoria, come un circuito.
![Malegno-Ossimo-Borno Altopiano del Sole](https://www.altopianodelsole.it/wp-content/uploads/2021/05/GER04236-scaled.jpg)
![Malegno-Ossimo-Borno Altopiano del Sole](https://www.altopianodelsole.it/wp-content/uploads/2021/05/GER04220.jpg)
Non câè una veritĂ , se non che il pubblico da sempre arriva in pellegrinaggio lungo il percorso giĂ dalla notte precedente, accende fuochi, pianta tende e vive le stesse emozioni che vissero nel 1964 gli spettatori della prima edizione. Il rumore del motore che sale lungo la valle, le staccate al limite, la precisione assoluta. Non importa se a salire sia una Porsche Carrera, come quella che âNorisâ portò alla vittoria proprio in quel lontano 1964, o una performante Osella FA/30, lâurlo del motore farĂ entusiasmare tutti.
PerchĂŠ qui, in fondo, quello che conta è sapere di averla raggiunta la vetta, magari abbassando di qualche decimo di secondo il tempo dellâanno prima.
LâALBO D’ORO E I RECORDMEN
Il Trofeo Vallecamonica è prima di tutto storia, patrimonio automobilistico. Dalla vittoria di âNorisâ nella prima edizione del 1964 gli aneddoti potrebbero riempire libri. LâimbattibilitĂ di Mauro Nesti, per esempio, capace di vincere dieci edizioni della corsa e attualmente ancora il pilota con il maggior numero di vittorie. O la tradizione della famiglia Caffi, con la vittoria che profuma dâimpresa ottenuta da Angelo nel 1965 al volante dellâAlfa Romeo Giulia, e le due affermazioni di Alex nel 2005 e 2011 per non parlare della prestazione mostruosa del 2018 con la Porsche 911 GT Cup. Oppure ancora le 34 partenze di Gian Antonio Franzoni, attualmente indiscusso recordman in fatto di partecipazioni.
Oltre ai vincitori, al Trofeo Vallecamonica la grande importanza è riservata ai piÚ veloci.
Sul vecchio percorso di 8.600 metri lâimbattibilitĂ rimane quella di Mauro Nesti, che nel 1984 salĂŹ in 3â46.00 con la Osella BMW 2000. Il record di manche sullâattuale percorso di 8.800 metri con chicanes appartiene a Christian Merli (3â41.60) stabilito nel 2015 alla media di 139.5km/h. Alex Caffi detiene il record nella somma dei tempi, con un totale di 7â26.60 ottenuto nel 2011, mentre il piĂš veloce è ancora Pasquale Irlando, che nel 1999 sulla Osella PA20/S salĂŹ alla media dei 140.913km/h.