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Il complesso Glazel-Passerini di via San Vittore

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Il complesso Glazel-Passerini di via San Vittore

ALTOPIANO DEL SOLE

Nelle vicinanze dell’antica chiesa di San Vittore a Piancogno sorge un complesso di edifici disposti attorno ad un ampio cortile rettangolare, eretti nella seconda metà dell’Ottocento da Paolo Glazel. Dopo la morte della sua unica erede, Giovanna Glazel, il complesso è divenuto di proprietà della famiglia del marito di lei, Giacomo Passerini. Integralmente restaurato in tempi più recenti dalla famiglia Bidasio-Bignotti, il gruppo di edifici è stato denominato “Borgo Glazel” e attualmente viene utilizzato come location di matrimoni e di eventi di vario genere (piccole cerimonie, cene aziendali, convegni, conferenze…).

BORGO GLAZEL

Al “Borgo” si accede dalla Nazionale imboccando il viale Pergulù nei pressi del ponte del torrente Davine, avendo di fronte agli occhi lo spettacolo della relativa cascata. Il complesso è collocato all’inizio della fascia pedemontana, in un punto di passaggio della stretta via che collega il piano con la via Valeriana. Quest’ultima si snoda a mezza costa, provenendo da Gorzone e proseguendo fino a Borno e, in passato, metteva in collegamento gli abitanti del piano con il comune di appartenenza. Inoltre, era la via che permetteva di raggiungere boschi, cascine e malghe, allora molto frequentata dagli abitanti, prevalentemente contadini.

Prospiciente il complesso Glazel-Passerini vi è un ampio spiazzo che immette sul sagrato della chiesa di San Vittore con annesso campanile, presso la quale si trova la vecchia canonica del XVII secolo, ora adibita ad altra funzione. La zona costituiva il centro storico di Piamborno prima dello sviluppo del paese – verificatosi nella seconda metà dell’Ottocento, in seguito all’apertura della strada Boario-Cividate nel 1854 – e della costruzione della nuova parrocchiale all’inizio del ‘900. Grazie al restauro già completato del complesso e a quello in programma della chiesa di San Vittore, oltre all’auspicabile costruzione di una pavimentazione in lastre di pietra o in ciottoli dell’ex sagrato, la zona potrebbe riacquistare la funzione di centro storico di Piamborno.

LA FAMIGLIA GLAZEL

La famiglia Glazel (italianizzazione del nome originario Glãtzl) era originaria di un paesino del Tirolo austriaco, dal quale a metà Settecento un suo componente, Giorgio, emigra in Valcamonica. Lavora inizialmente come massaro della facoltosa famiglia Panzerini di Cedegolo e successivamente avvia l’attività di oste a Breno. L’attività viene portata avanti anche nella nuova sede di Piamborno, precisamente nell’edificio ora occupato dall’oreficeria Nodari. Ancora oggi, su un’inferriata del terrazzo posto sulla facciata dell’oreficeria che sporge sulla Nazionale, è conservata un’incisione con l’anagramma FG (Fratelli Glazel). La famiglia Glazel, nel corso dell’Ottocento, trasforma l’edificio in una locanda/albergo, con annesse stalle e fienili per la sosta dei passeggeri che allora viaggiavano con animali. Nello stesso periodo, gli emigrati tirolesi cominciano a dedicarsi alla produzione e alla commercializzazione di “ferrarezza” (oggetti/strumenti di ferro).

PAOLO GLAZEL

Nella seconda metà dell’Ottocento, quando queste attività cominciano a risultare meno redditizie e a declinare, Paolo Glazel si stacca dai fratelli e costruisce il complesso di edifici presso la chiesa di San Vittore. Lì costituisce un’azienda agricola con annessa filanda (successivamente abbattuta), amministrando al contempo il vasto patrimonio di beni sparsi in diversi paesi della Valle. Per la conduzione dell’azienda agricola si avvale di braccianti che pranzano in una sala a pianterreno della casa padronale, avvisati dal suono di una campanella posta sulla sommità dell’edificio. Diviene anche coadiutore del convento dei Cappuccini dell’Annunciata e, dopo l’Unità d’Italia, componente della Guardia Nazionale di Borno, oltre che primo “sindaco” della frazione di Pian di Borno.
Con il matrimonio e lo spostamento a Brescia della figlia Giovanna Glazel, la gestione dell’azienda agricola viene assegnata fino agli anni Sessanta a vari fattori, con il compito di occuparsi anche delle altre proprietà esistenti in Valle.

IL COMPLESSO OGGI

Il lato est del complesso è formato da un alto muro di cinta, con un portale in granito e un massiccio portone che immette sull’ampio cortile rettangolare, in passato interamente selciato con ciottoli.
Di fronte (sul lato ovest) vi è un elegante edificio – con un terrazzino avente un’inferriata in stile neoclassico, riportante il monogramma PG (Paolo Glazel) -, che costituiva la casa signorile. Al suo interno, a pianterreno, vi era l’ufficio in cui, l’11 di novembre, i contadini piambornesi si recavano a rinnovare o a stipulare nuovi contratti di affitto o di mezzadria, e a versare il relativo pagamento al padrone.

Sul lato sud vi sono edifici che precedentemente avevano una destinazione rustica (casa del fattore, stalle, fienili…). In fondo, leggermente rientrante, vi è un edificio con un portale del XVI secolo, che riporta sulla facciata esterna un affresco raffigurante un gruppo di giovani in festa vestiti alla tirolese.
Sul lato nord vi è un portico con una fontana in pietra e un focolare con una grande pentola, utilizzata in passato per la bügada (il bucato stagionale). Oltre, erano presenti dei locali dove il fattore conservava la corrispondenza con il padrone, attraverso cui questi impartiva le direttive, e la documentazione relativa alla gestione dell’azienda. Sul piano sovrastante troviamo infine un solaio dove venivano allevati i bachi da seta.

Come raggiungere questo luogo

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